Tenuta San Guido Sassicaia 2017

 300,00

Denominazione: D.O.C. Bolgheri Sassicaia (D.O.C. Sassicaia)
Prima annata: 1968
Uvaggio: 85 % Cabernet Sauvignon, 15 % Cabernet Franc
Dati analitici: Grado alcolico: 14,00%, PH: 3,46, Acidità totale: 5,85, Zuccheri residui: 0,20 g/l
Tipologia dei terreni: I terreni su cui insistono i vigneti atti alla produzione di questo vino sono compresi nella
delimitazione territoriale della DOC SASSICAIA. Mostrano caratteristiche morfologiche diverse e composite, con forte presenza di zone calcaree ricche di galestro, nonché di sassi e pietre (da cui prende il nome il vino) e parzialmente argillosi. Gli impianti di produzione si trovano ad un’altitudine compresa fra i 100 e i 300 metri s.l.m., con esposizione a Ovest/ Sud-Ovest.
Sistema di allevamento: Cordone speronato
Densità d’impianto: Da 3.600 ceppi/ha a 5.550 ceppi/ha per gli impianti più vecchi e 6.200 ceppi/Ha per impianti più recenti.
Andamento climatico e caratteristiche dell’annata: L’annata 2017 è stata alquanto calda ma per molti aspetti sostanzialmente diversa a precedenti annate, come ad esempio la 2003 o la 2012. Seppur con una stagione primaverile e estiva caratterizzate da temperature spesso sopra la norma, le condizioni vegetative delle piante e i risultati in termini organolettici delle uve e dei mosti cui hanno dato origine nel territorio di Bolgheri, sono di tutto rispetto. L’autunno e la prima parte dell’inverno sono stati caratterizzati da temperature rigide, condizionate dai venti di tramontana e media piovosità. Condizioni che hanno consentito il fermo vegetativo, contenuto i principali parassiti della vite e mantenuto in equilibrio le riserve idriche dei terreni. Il clima bizzarro dell’inizio primaverile, con temperature che già a fine Marzo erano ben al di sopra delle medie, ha condizionato il buon andamento della fioritura ma anche dell’allegagione, dando origine a grappoli più piccoli
e minore presenza di acini. Ossia la conseguenza di una riduzione di produzione mediamente del 18-20%. Se questo ha indotto ad una minore produzione, diversamente ha favorito ulteriormente qualità delle uve e creando una condizione più sostenibile per le viti che hanno portato a maturazione con regolarità il proprio carico di uve, sebbene con un’estate molto calda. L’estate è proseguita con giornate di sole, temperature calde e assenza di piogge fino alla fine di Luglio. A
ferragosto, con l’inizio della maturazione fenolica delle uve, l’arrivo di una perturbazione di origine atlantica che ha portato piogge per 2 o 3 giorni e fatto calare sensibilmente le temperature, ha creato le condizioni ideali per favorire il completamento della maturazione fenolica delle uve, più che quella tecnica. Le condizioni vegetative delle viti e soprattutto le funzioni vitali non hanno mai subito interruzioni o condizioni di stress e ciò ha consentito alle piante di continuare a svolgere con regolarità la propria capacità di fotosintesi a beneficio dell’azione fenolica determinante nella maturazione delle uve. Le piogge cadute nel momento più cruciale di questa azione hanno anche consentito agli acini di aumentare di peso e dimensione grazie alla distensione cellulare, diluendo la concentrazione degli zuccheri (glucosio e fruttosio) pur mantenendo in perfetto equilibrio la buona dotazione di polifenoli. L’alternanza delle temperature notturne e diurne verificatesi da metà Agosto fino a fine Settembre ha favorito lo sviluppo degli aromi primari e secondari, ed altrettanto determinato l’innalzamento delle acidità che era veramente indispensabile per dare freschezza e eleganza ai mosti.
Epoca vendemmiale: La vendemmia. interamente manuale, è iniziata con circa 8 giorni di anticipo partendo dal 30 Agosto con la raccolta delle uve di Cabernet Franc e proseguendo poi con la raccolta del Cabernet Sauvignon, prima dagli impianti posti a quote altitudinali più basse e completandosi a fine settembre con quelli posti sulle alte colline, a circa 360 metri sul livello del mare (Vigna di Castiglioncello e Vigna del Quercione) tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
Note di vinificazione: Selezione uve tramite tavolo di cernita, per eliminare impurità e qualsiasi presenza di acinellatura. Soffice e delicata pressatura e diraspatura delle uve avendo cura di non rompere l’integrità degli acini. Successiva fermentazione alcolica spontanea in acciaio inox a temperatura controllata intorno ai 28°/30°C (senza alcun inoculo di lieviti). Le macerazioni sono state protratte per circa 11-12 gg per il Cabernet Franc e di 13-14 gg per il Cabernet Sauvignon. Frequenti rimontaggi all’aperto e operazioni di délestage ripetute durante la fermentazione alcolica hanno consentito l’ottenimento di mosti eleganti, di buona struttura e ottima componente aromatica. Successivamente è stata completata la fermentazione malolattica sempre in acciaio e del tutto spontanea, che si sono completate a fine Novembre, per poter proseguire poi all’introduzione del mosto in legno.
Affinamento: Al termine della fermentazione malolattica il vino è stato messo in barrique di rovere francese,
(per un terzo legno nuovo e resto, primo e secondo passaggio) dove ha trascorso un periodo di affinamento di 24
mesi, sempre mantenendo separate le masse per provenienza di vigneto e monitorate nella lunga selezione delle
masse. L’assemblaggio della massa selezionata è stato effettuato a fine Dicembre, ossia un mese e mezzo prima
dell’inizio dell’imbottigliamento e successiva fase d’affinamento in vetro prima della commercializzazione.

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Descrizione

Sassicaia
Negli anni venti, studente a Pisa, Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza. Il suo ideale, come per l’aristocrazia dell’epoca, era il Bordeaux. Così lo descrive in una lettera a Veronelli del 11/6/1974.
”…l’origine dell’esperimento risale agli anni tra il 1921 e il 1925, quando, studente a Pisa e spesso ospite dei Duchi Salviati a Migliarino, avevo bevuto un vino prodotto da una loro vigna sul monte di Vecchiano che aveva lo stesso inconfondibile “bouquet” di un vecchio Bordeaux da me appena assaggiato più che bevuto, (perché a 14 anni non mi si permetteva di bere vino) prima del 1915, a casa di mio nonno Chigi.” Essendosi stabilito con sua moglie Clarice nella Tenuta San Guido sulla costa Tirrenica, sperimentò alcuni vitigni francesi (le cui barbatelle aveva recuperato dalla tenuta dei Duchi Salviati a Migliarino, e non dalla Francia) e concluse che il Cabernet aveva “il bouquet che ricercavo”.
Nessuno aveva mai pensato di fare un vino “bordolese” in Maremma, una zona sconosciuta sotto il punto di vista vinicolo. La decisione di piantare questa varietà nella Tenuta San Guido fu in parte dovuta alla somiglianza che egli aveva notato tra questa zona della Toscana e Graves, a Bordeaux. Graves vuole dire ghiaia, per il terreno sassoso che distingue la zona, proprio come Sassicaia, in Toscana, denomina una zona con le stesse caratteristiche.
Dal 1948 al 1967, il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta. Ogni anno, poche casse venivano messe a invecchiare nella cantina di Castiglioncello. Il marchese ben presto si rese conto che invecchiando il vino migliorava considerabilmente. Come spesso accade con i vini di grande levatura, quelli che prima erano considerati difetti, col tempo si trasformarono in virtù. Ora amici e parenti incitavano Mario Incisa ad approfondire i suoi esperimenti e perfezionare il suo stile di vinificazione rivoluzionario per quella zona. L’annata del 1968 fu la prima ad essere messa sul mercato, con un’accoglienza degna di un Premier Cru Bordolese. Negli anni seguenti la cantina venne trasferita in locali a temperatura controllata, tini d’acciaio rimpiazzarono i tini di legno per la fermentazione, e le barriques francesi vennero introdotte per l’invecchiamento.

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